Quando Roby mi ha proposto di percorrere la Strada dei Cannoni, ho pensato volesse riportarmi all'adolescenza o a percorrere un nuovo percorso sulla via della perdizione e dei paradisi artificiali. Ha frugato dietro al bancone del bar (il mitico Bar Simone di Via Pallanza) e ho temuto tirasse fuori cartine e filtri. Ha invece aperto un libro di itinerari alpini dedicati alla mountain bike.
Un giro sulla cresta compresa tra la Val Varaita e la Val Maira, in provincia di Cuneo. Un itinerario già in parte provato con i due amici Paolo e Paolo (Travers e Mottura), più di 12 anni fa.
Il terzo della spedizione, Angelo, invitato ha poi dato defezione causa prole e relativo soggiorno balneare.
Così alle ore 7.15 ci troviamo davanti al Bar e carichiamo le bici sulla mia Multipla (grande e grossa macchina, ciclisticamente parlando).
Alle 9.00 circa partiamo dalla piazza di Venasca, paese che nella mia vita torna sempre. Facevo lì la guardia medica e in quelle notti ci portavo abusivamente mia moglie quando eravamo ancora fidanzatini... che ricordi! E' all'inizio della Val Varaita ed è comodo come base per scalare i colli della zona, compreso il Colle dell'Agnello (il colle dei colli).
20 km di asfalto in lieve salita fino a Sampeyre. Una noia mortale. Lenti e senza la sensazione del volo che dà la bici da corsa. Mi accorgo poi di avere la sella troppo bassa e soprattutto la bici nuova, con il fondoschiena non ancora conformato per quella seduta... un gran dolore.
A Sampeyre l'ultima colazione prima del giro, quello vero. Caffè e cornetto in un bar tipico della zona: quattro valligiani ciucchi, due videopoker e, ovvio, gestione cinese.
Il Colle di Sampeyre. Un signor Colle. Già salito in diverse occasioni, 18 km con un dislivello di circa 1200 metri. Pendenze accettabili, mai superiori al 12%. Lungo. Nel 2002 lo affontai correndo la GF Fausto Coppi, sotto la pioggia e il nevischio. La discesa verso la Val Maira, in quella occasione, fu una delle più difficili che abbia mai provato per il freddo e il fondo impossibile. La gara venne poi accorciata e non ci fecero fare il Fauniera, dove la neve era troppa per passare in sicurezza.
Crampi sul Colle di Sampeyre |
Roby quest'anno non ha avuto modo di allenarsi, tra poche settimane sarà padre e ha passato gli ultimi mesi a mettere in ordine la propria casa e la propria vita. A 1500 metri comincia ad avere i crampi. Lo aspetto, faccio un tratto con lui, allungo e lo aspetto a ncora. Arriva, si accascia ed eroicamente, si rialza a pedalare.
Il Colle (e le nuvole in arrivo) |
Arrivo ai 2230 del colle, in alto non c'è nessuno. A pochi metri vedo il nuvolone nero pieno di pioggia che si avvicina ancora. Qualche foto. Poi arriva Roby e con lui la pioggia. Il termometro segna 7 gradi. Rinunciamo così a salire al colle Bicocca perchè vorrebbe dire pedalare ancora per almeno 30 minuti, sotto la pioggia e salire fino ai 2500. Troppo freddo.
Così rimaniamo ancora in pantaloncini e maglietta e saliamo dolcemente in direzione della valle. In cima mi metto tutto quello che ho nello zaino, ovvero uno smanicato e un k-way di goretex.
Poi una serie di colli fino a scendere gradualmente al Col Birrone dove, forse per il nome o forse perchè la temperatura finalmente è tornata ad essere umana, decidiamo di mangiare.
Fino a questo punto il fondo è stato piuttosto pietroso. Abbiamo le mani a pezzi, in parte per il freddo, in parte per le vibrazioni. Come sempre dimostro di non avere imparato dall'esperienza: non ho portato i guanti invernali. Imbecille.
Si risale lentamente verso il Colle di Valmala. Nonostante non forzi perdo Roby. Arriva distrutto raccontando di essersi fermato due o tre volte per andare di corpo e di avere avuto delle tremende coliche addominali. Ci mancava... Dà la colpa a un tè freddo, bevuto al Birrone.
Arrivati al Colle di Valmala percorriamo un tratto asfaltato perfettamente. Dopo tanto sterrato ci sembra di volare. Scivoliamo fino al santuario senza scendere sotto i 50 km orari.
Da Valmala attraversiamo il bosco, il Colle della Liretta e sbuchiamo sulla strada di Rossano.
Chiudiamo con quasi 2000 metri di dislivello, 81 km e 7 ore di escursione.
Un gran giro... peccato solo per il meteo.