Tornato dalle vacanze ho cominciato la preparazione per la Maratona di Torino (il 16 novembre). Nel frattempo a ottobre penso che parteciperò alla mezza della Corsa da Re e al Duathlon Sprint di Torino. Mi sento in forma anche se il percorso per preparare i 42 della Maratona è moolto lungo...
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1999, ho 26 anni. Un venerdì, una sera in birreria con gli amici. Paolo, compagno di banco e di mille avventure (quelle del liceo e della "deriva alcolica" e dopo qualche anno quelle sportive), prossimo alla laurea in Scienze Politiche e io in Medicina.
Si passa davanti alla vetrina del CTS: in promozione, praticamente regalato, un volo per la Scozia.
Fantastichiamo... un tour in bicicletta, con le borse, in totale autonomia. Un sogno a occhi aperti, di quelli che si fanno dopo aver bevuto una birra.
Così, il mattino successivo, prima di riflettere, dubitare e infilare il sogno in un cassetto ad aumentare la collezione, vado in agenzia. Chiamo Paolo per dirgli che ho acquistato i biglietti e che ad aprile deve tenersi pronto per un viaggio in bici. Gli dico tutto d'un fiato. Non risponde e penso sia caduta la linea. E' rimasto senza parole. Il dado è tratto. E' con le spalle al muro e dopo le fantasticherie del giorno prima non può dire di no soprattutto perchè il biglietto non è rimborsabile.
Dopo il primo istante rinsavisco e mi faccio prendere dal panico. Se si fa eccezione per qualche giro in mtb nei sentieri della collina e qualcosa con la bici da corsa, non abbiamo infatti nessun allenamento. Poca attrezzatura. Escluse alcune escursioni fino in Liguria non abbiamo nessuna esperienza di cicloturismo.
Passa qualche giorno e ci troviamo a Castiglione, a casa di Paolo con guide e cartine a pianificare l'itinerario.
Gli acquisti: un antivento di goretex, una maglietta intima tecnica, un portapacchi, due borse per portare le bici sull'aereo, i borsoni Ferrino da cicloturismo.
Riproduzione del Colosseo a Oban |
Poi mezzi smontati nelle borse e via in pullman fino ad Oban. Qui, poco distante da una folle riproduzione del Colosseo, primo pernottamento in un ostello tanto alternativo da sembrare un centro sociale. Porte e pareti dipinte in modo psichedelico, Tedeschi ubriachi.
La partenza è difficoltosa perchè nel tentativo di avvitare un pedale spano completamente il crancke. Si ritarda così il via per cercare un ciclista. Trovo un meccanico, dimostrando di avere sopra di me una buona stella, dal momento che nei prossimi 1000 km non incontrerò altre officine. Risolto il problema saliamo sul primo traghetto, verso l'isola di Mull.
Sulla strada di Mull |
Brughiere e cielo scozzese scuro |
Le modalità metereologiche sono solo due: grigio scozzese chiaro e grigio scozzese scuro. Nel primo caso è possibile qualche squarcio di sole tra un acquazzone e l'altro, nel secondo non c'è speranza.
Ostello di Oban |
1000 km circa in 11 giorni di viaggio, puntando dritti fino a John O'Groat, la punta più a nord della Scozia davanti alle isole Orcadi. Una meta che nel viaggio diventa anche un simbolo. Sentiamo avvicinarsi nelle nostre esistenze un momento di svolta. Gli studi sono finiti (o quasi, considerando i futuri anni di scuola di specializzazione che mi aspettano), e comincia a profilarsi davanti a noi l'universo del lavoro. Siamo entrambi fidanzati e sentiamo che anche in questo senso qualcosa si deve definire maggiormente (entrambi vedremo le nostre storie disintegrarsi nei mesi successivi). Andiamo a John O'Groat a chiudere un capitolo e aprirne un altro, andiamo a "dissotterrare il Dom", ispirandoci al film Fandango.
Nel viaggio viviamo decine di storie, migliaia di immagini, suoni e sensazioni. Un bagaglio che a distanza di quasi vent'anni continuo a portare con me indelebile.
Incontri |
Nel percorrere il perimetro occidentale e poi settentrionale della Scozia incrociamo altri viaggiatori, alcuni in bici, altri a piedi all'avventura. Alcuni Australiani alla ricerca delle loro radici, un Canadese e un Inglese in bici, due ciclisti solitari. Il primo con una tuta di goretex del valore di tutto il nostro abbigliamento tecnico, delle nostre bici e di quanto abbiamo nel portafoglio (poco) messi insieme. Una tuta gialla fluo che periodicamente scorgiamo da lontano superiamo per poi essere ripresi. Il secondo, meno attrezzato, inglese, in viaggio da settimane tenta di percorrere tutto il perimetro della Gran Bretagna.
Percorriamo l'isola di Mull fino a Fionnphort dove pernottiamo in un bed and breakfast. Il giorno dopo abbandoniamo le bici per un escursione in barca all'isoda di Iona e di Staffa. Mare in tempesta (come sempre in Scozia), cielo scozzese chiaro.
Tobermory |
Si procede poi verso Mallaig, dove, dopo alcune tappe, ci imbarchiamo per l'Isola di Skye.
A Portree ci sistemiamo in un ostello dove pernottiamo per due notti, in modo da poter percorrere un circuito senza i 22 kg delle borse al seguito.
Nei dintorni di Uig scorgiamo un kilt e cornamusa mentre attraversa la brughiera deserta. Lo seguiamo con le mountain bike in un sentiero che ci porta in cima a un cliff, di fronte al rudere di un castello. Lo vediamo posizionarsi in cima al rudere e suonare il suo strumento, di fronte al mare. Scorgiamo poi una targa che spiega le origini del rudere e racconta che qui, ogni giorno dell'anno, è tradizione che un discendente del Clan venga a suonare la cornamusa in onore della storia delle propria famiglia.
Eilean Donan Castle |
Ci regaliamo un breakfast in un pub, a base di uova, bacon e sanguinacci. Dalla finestra si vede l'Eilean Donan Castle, quello del film Highlander. Ripartiamo così cantando la canzone dei Queen: "chi vuole vivere per sempre?".
Si procede verso nord. Fiancheggiamo fiordi, attraversiamo rivoli neri e laghi scuri. Passiamo attraverso Ullapool, poi Durness.
A nord le spiagge sembrano caraibiche. Acqua azzurra, sabbia bianca... ma temperatura intorno ai 2-3 gradi, nessun ombrellone, nessun bagnante nella nebbia e qualche foca con il muso fuori dall'acqua a osservarci.
John O'Groat |
Pernottiamo a Wick, in un B&B gestito da una vedova Italiana. Ci racconta della via in Scozia. Delle case lasciate aperte perchè, dice, "di ladri qui non ce ne sono", dei bambini che in inverno vanno a scuola a piedi, ma in gruppo, per evitare di perdersi nella nebbia. Ci racconta dell'acqua gelida e ci giura che almeno in un giorno dell'anno si riesce a fare il bagno.
Di mattina partiremo molto presto e ci regala la cena al posto della colazione.
A Wick carichiamo la bici sulla corriera e ci riportiamo a Edimburgo, dove ci aspetta un aereo per il ritorno a casa.
Ad oggi sono passati 15 anni e non so quanto la Scozia sia cambiata. So quanto sono cambiato io, quanto sono cresciuto, migliorato o forse involuto. E' stata un'esperienza importante e fondamentale per ciò che sono oggi.
Paolo si è sposato con una ragazza di Venezia dove si è trasferito e ha avuto una bella bimba. Ha abbandonato il ciclismo per darsi alle montagne. Ha attraversato con forza un periodo difficile, uscendone alla grande. Ci vediamo ogni tanto, con molto piacere e con un po' di nostalgia per i nostri vent'anni e per quelle strade scozzesi percorse fuori e dentro di noi.