mercoledì 7 dicembre 2016

Un Po di Corsa

Torino, 5 dicembre 2016, nuoto 122, bici 3671, corsa 1326 km

Eccoci a fine anno. E' tempo di bilanci e progetti per il prossimo 2017. 
E' stato un anno "buono", con molte gare e miglioramenti. L'esperienza di Embrun (l'Olimpico) è stata fantastica. Dopo 4 anni comincio a sentirmi di casa nel triathlon, a riconoscere molti volti, a salutare ed essere salutato.
Mi sono divertito veramente tanto, così tanto da volere alzare (e non di poco...) l'asticella per l'anno prossimo: una gara di IRON MAN.  Con Renato abbiamo pianificato ci siamo  iscritti all'ELBAMAN, a settembre. La follia aumenta.




Un Po di Corsa, 21 km

Premesse pessime. Una settimana prima della gara il fiume esonda. Un disastro. Valentina, una delle due imbarcazioni che portano da decenni i turisti sul Po viene trascinata verso San Mauro ed affonda.
Quando l'acqua si ritira lascia sulle ciclabile fango e sabbia. I circoli sportivi della zona di Moncalieri sono invasi dall'acqua. I Ronchi Verdi chiudono seminando il panico generale. Tutti a chiedersi dove andare a nuotare. Qualcuno già pronto a iscriversi in altre improbabili piscine.
Due giorni prima della gara Base Running annuncia l'annullamento della mezza. Si correranno solo 10 km.

Mi sento meno in forma di alcune settimane fa e l'accorciamento, tutto sommato, non mi dispiace. Non mi misuro più su 10 km da molto tempo e sono curioso di sapere quale tempo potrei fare.

Poche ore prima il contrordine.
Il percorso è stato ripristinato e si correrà anche la 21.

Mi trovo con Alessio, al caldo del Palazzo a Vela.
Fa sul serio, come sempre: correrà in pantaloncini. Io decido invece di correre vestito in modo invernale, con pantaloni lunghi e maniche lunghe. So che avrò caldo ma non ho molta voglia di prendere freddo alla partenza. Mi sembra di non essere in piena forma e considero la gara come un allenamento.

Tutto intorno è una festa. Molti indossano un cappello da Babbo Natale e nelle retrovie, chi parte per i 3 km, si fermerà davanti al Regina Margherita per salutare i bambini ricoverati. E' una corsa di beneficienza.

Incontro Matteo, come me iscritto a Ronchi Verdi e Torino Triathlon. C'è sempre. All'arrivo non lo vedo mai perchè mi precede solitamente di 5-10 minuti.
Mettiamo tutti le mani avanti (come usa): "non sono allenato", "per me è un allenamento", "questa notte non ho dormito" eccetera. Facciamo tutti così, sempre. Lo si fa nei confronti di se stessi, per abbassare le aspettative e non arrivare al traguardo delusi. Fa parte del nostro gioco, della nostra follia. E' uno dei tanti atti rituali legati alla gara.

Lo speaker annuncia che la gara è stata accorciata di 250 metri ma che i tempi saranno comunque per tutti maggiori per la sabbia che si dovrà attraversare lungo il percorso.

Via.

Come sempre esagero nei primi km. Prendo la scia dei primi e corro sotto a 4 min/km.
Passiamo sotto il tunnel di Corso Bramante. Lo ho già percorso in gara in occasione dei nazionali di Duathlon, nel 2015, in bicicletta. Lo ricordo mentre corro.

Rallento perchè la gara è lunga.

Palazzo a Vela, Torino
Comincia una lunga serpentina al Valentino. Mi perdo nei passaggi sui ponti, da una parte all'altra del Po. Dal piazzale davanti al Regina arriva la musica del concerto.
Mantengo una buona media, intorno ai 4 minuti e 10 sec/km.

Al nono km il percorso si divide tra la 10 e i 21.

Mi trovo in un gruppetto di 3-4 persone. Davanti a me una ragazza che mi precederà alla fine di circa 30 secondi, piazzandosi prima tra le donne.

Per la seconda volta, intorno al km 2 del Valentino, attraverso le dune di sabbia. Le gambe mi fanno male e devo mollare un po' negli ultimi due chilometri. Stringo i denti salendo sulla passerella. Vedo il traguardo. Lo passo e guardo il cronometro: 1.28.08. Il mio personale!

Scoprirò di essere arrivato 27mo assoluto. Matteo 13 mo e Alessio 15 mo.

Stanco ma soddisfatto procedo con il rituale: arraffare qualcosa al ristoro, cambiarsi e tornare a casa in macchina, tronfio del risultato e di endorfine.

Come sempre il traguardo ha ripagato la levataccia. Ne è valsa la pena.

Ma ora è tempo di dedicarsi alla bici e al nuoto.

Il 2017 sarà un anno grande, speriamo.