L'Elbaman si avvicina inesorabile. Lo stato di forma cresce. I km in bici anche e le gambe sembrano finalmente cominciare a girare.
Con l'estate e la piscina all'aperto sono riuscito a nuotare con più costanza.
Mantengo i km di corsa e tra qualche settimana comincerò ad allenarmi per i "lunghi".
CICLISTI E AUTOMOBILISTI
Michele Scarponi |
Sono 3 dei tanti... le statistiche riportano più di 200 decessi ogni giorni di ciclisti travolti. Un numero impressionante. Dentro ci sono tutti: professionisti, amatori, ciclisti su strada, in mtb, ciclisti urbani, adulti, bambini e vecchietti con la bicicletta da passeggio.
Julia Viellehner |
In auto... Cambiare mentalità
7 e 15 del mattino, al semaforo. Mi guardo attorno. Una signora al volante di una monovolume. Ha il finestrino abbassato e fuma nervosa.
Nicky Hyden |
Dietro di lei un giovane incravattato guida una macchina sportiva (forse un'Audi). Scatta il verde. La macchina davanti ci mette un decimo di secondo in più a innescare la marcia. La signora della monovolume sbuffa una nuvola di fumo e schiaccia furiosa il claxon. Il giovane incravattato fa la stessa cosa. Non suono ma mi sento fremere.. ho fretta, anch'io.
Abbiamo sempre fretta, tutti. Di mattina, per andare al lavoro, di sera per rientrare a casa, ma anche la domenica mattina, per una gita.
Ormai è una fretta intrinseca, che prescinde dai reali impegni e dalle tabelle di marcia. Basta salire in macchina e ci travolge la smania di andare. Non tolleriamo chi ritarda al semaforo. Non sopportiamo il ritmo del vecchietto con la Uno bianca che, ai 40 all'ora, non ci lascia spazio sulla superstrada, ritardando il nostro incedere di mezzo minuto o anche meno. Impossibile poi tollerare un ciclista. Impensabile stargli dietro per 10 secondi. Va superato subito, che ci sia spazio o meno.
Anche in discesa, anche se scende ai 70 all'ora, va passato.
Così ci infiliamo lasciandogli qualche centimetro sperando che non cambi traiettoria. In discesa lo passiamo per poi sentirci infastiditi se ci rimane a ruota, alla nostra stessa velocità: come osa?Anche in discesa, anche se scende ai 70 all'ora, va passato.
Dovremmo cambiare mentalità. Quando ci sediamo nelle nostre lattine riflettere e calmarci un attimo. Ripeterci che la strada è di tutti: camion, ciclisti, vecchietti al volante, trattori, carretti trainati da muli o pedoni, che non sono certo 20 secondi di ritardo a cambiarci la vita e che per così poco non vale la pena prendersi dei rischi o fare rischiare ad altri.
Non è facile. Applichiamo al volante lo stesso stile di vita stressato che abbiamo in tutto, in tutti i momenti della giornata da quando ci alziamo a quando ci corichiamo.
Non so come si possa cambiare ma senza cambiare stile di vita finiremo per trasformaci in tanti piccoli diavoli della Tasmania, pronti a travolgere tutto e tutti.
Mario, un amico, sostiene che l'aggressività dell'automobilista sia dovuta a una sorta di claustrofobia, una sindrome da intrappolamento dovuta ai pochi metri cubi disponibili in un'automobile. Una sorta di sindrome di cattività, da automobilista in gabbia.
E' una teoria affascinante e credo proprio che ci sia del vero. Probabilmente è la stessa auto a funzionare da catalizzatore nel generare l'aggressività.
In bici... seguire le regole
Salgo in sella. Sono con 4 amici. Cominciamo piano, chiaccherando. Il ritmo è blando perchè i km da fare sono tanti e bisogna risparmiare le forze.
Abbiamo scelto strade poco trafficate ma ci tocca comunque percorrere tratti di statale.
Siamo in fila ma di tanto in tanto ci diamo il cambio.
Ci facciamo prendere la mano. Acceleriamo. Ora viaggiamo a poco meno dei 40 km orari.
La strada diventa una pista. Sono davanti e tiro per ancora un centinaio di metri. Al cartello pubblicitario mi allargherò per farmi dare il cambio. Mollo di appena 1-2 km orari. Maurizio mi passa a destra e rilancia. Faccio sfilare anche Renato e Angelo e mi metto in coda. Si è fatto un buco e dobbiamo riagganciare Maurizio.
Entriamo in una rotonda, per fortuna non c'è nessuno e non dobbiamo rallentare.
Ora tocca ad Angelo. Una locomotiva. Al semaforo scatta il giallo. Passano il primo e il secondo.. gli altri tre con il rosso.
Emiliano cerca di passare Renato e si sposta troppo a sinistra, mentre passa una macchina. Gli passa a pochi centimetri. Certo, avrebbe dovuto lasciargli uno spazio maggiore ma anche Emiliano avrebbe dovuto tenersi più a destra.
Insomma, presi dall'agonismo ci dimentichiamo a volte che la strada è aperta al traffico. Non rispettiamo sempre i semafori e spesso ci teniamo troppo a sinistra.
Il nostro è un gioco ma la strada è una cosa seria.
Forse, se la macchina intrappola, contiene e genera aggressività, è altrettanto vero che i confini infiniti della bicicletta danno un senso di libertà eccessivo, facendo dimenticare i limiti e i rischi della strada.
Abbiamo scelto strade poco trafficate ma ci tocca comunque percorrere tratti di statale.
Siamo in fila ma di tanto in tanto ci diamo il cambio.
Ci facciamo prendere la mano. Acceleriamo. Ora viaggiamo a poco meno dei 40 km orari.
La strada diventa una pista. Sono davanti e tiro per ancora un centinaio di metri. Al cartello pubblicitario mi allargherò per farmi dare il cambio. Mollo di appena 1-2 km orari. Maurizio mi passa a destra e rilancia. Faccio sfilare anche Renato e Angelo e mi metto in coda. Si è fatto un buco e dobbiamo riagganciare Maurizio.
Entriamo in una rotonda, per fortuna non c'è nessuno e non dobbiamo rallentare.
Ora tocca ad Angelo. Una locomotiva. Al semaforo scatta il giallo. Passano il primo e il secondo.. gli altri tre con il rosso.
Emiliano cerca di passare Renato e si sposta troppo a sinistra, mentre passa una macchina. Gli passa a pochi centimetri. Certo, avrebbe dovuto lasciargli uno spazio maggiore ma anche Emiliano avrebbe dovuto tenersi più a destra.
Insomma, presi dall'agonismo ci dimentichiamo a volte che la strada è aperta al traffico. Non rispettiamo sempre i semafori e spesso ci teniamo troppo a sinistra.
Il nostro è un gioco ma la strada è una cosa seria.
Forse, se la macchina intrappola, contiene e genera aggressività, è altrettanto vero che i confini infiniti della bicicletta danno un senso di libertà eccessivo, facendo dimenticare i limiti e i rischi della strada.
La strada e le sue colpe
Gli attori hanno colpe, ma anche lo scenario non aiuta. La strada e lo stato penoso in cui è ridotta non migliorano la situazione.
Il fondo è pessimo. Le strade non vengono asfaltate da anni e alternano toppe, tombini sporgenti e buche. Solitamente la parte peggio ridotta è quella di destra, proprio dove sarebbe meglio stare.
Mi è capitato di centrare delle voragini in pieno rischiando di spaccare le ruote e a volte di cadere.
Qualche volta si deve transitare in mezzo alla carreggiata, magari anche in gruppo e di non avere alternative.
Gli automobilisti suonano e ci fanno gestacci, non rendendosi colto dello stato del manto stradale.
Capita che per evitare un tombino sporgente si cambi improvvisamente traiettoria, avvicinandosi pericolosamente alla macchina che ci sta passando.
A complicare ulteriormente la situazione sono poi stati i lavori per la fibra ottica. Ogni strada cittadina e della cintura è stata solcata da una rotaia mal toppata che impedisca alle nostre ruote sottili di stare a destra.
Le ciclabili... be', dipende.
Ce ne sono di validissime. Soprattutto quelle ottenute dai tratti ferroviari dismessi. Un esempio è quella che collega Airasca con Moretta. 30 km di asfalto perfetto con lo spazio per le famiglie ma anche per il gruppo di stradisti.
Altre sono invece impraticabili. Vere e proprie gimkane non adatte a nessuno, lasciate lì, deserte, a lato dello stradone.
A complicare ulteriormente la situazione sono poi stati i lavori per la fibra ottica. Ogni strada cittadina e della cintura è stata solcata da una rotaia mal toppata che impedisca alle nostre ruote sottili di stare a destra.
Ciclabile Airasca - Moretta |
Ce ne sono di validissime. Soprattutto quelle ottenute dai tratti ferroviari dismessi. Un esempio è quella che collega Airasca con Moretta. 30 km di asfalto perfetto con lo spazio per le famiglie ma anche per il gruppo di stradisti.
Altre sono invece impraticabili. Vere e proprie gimkane non adatte a nessuno, lasciate lì, deserte, a lato dello stradone.
Detto ciò so che continuerò a prendermi la mia libertà. Continuerò ad avere l'illusione del volo, in scia degli amici.