Oggi tutto il giorno al lavoro. Sabato 12 km con ripetute 500x8 a 3.45 con Francesca e ieri per spezzare la noia un microgiro collinare in mtb con Emiliano, che per la prima volta vedo sui pedali. Il medio di Candia si avvicina e non riesco a capire se sono abbastanza in forma o no. Domani ho in programma un lungo di corsa, anche per mettermi alla prova.
Oggi un post dedicato agli scenarie delle mie escursioni e dei miei allenamenti: la Collina di Torino.
Vero, a Torino non c'è il mare (come cantavano gli Statuto). E con il mare non si può competere, indubbiamente.
Un contentino però ce l'hanno dato: la collina. Abbiamo la Collina di Torino. Nulla a che vedere con le distese azzurre, le onde, le burrasche e l'aria salmastra, ma come premio di consolazione non è male, lo giuro.
La Collina di Torino. Scoscesa verso la città, si è salvata dal troppo cemento proprio grazie alle sue pendenze. Più dolce a scendere sul lato sud-est, verso Chieri, confusa nel Monferrato a est.
E' terra di grandi convivenze e contraddizioni: parchi di ville, madame in SUV, ciclisti sudati, coppiette appartate, guardoni, podisti, boschi, acquitrini e nelle radure qualche pianta di canapa.
Discese mozzafiato e salite che spezzano le gambe.
Cesare Pavese |
I luoghi di Pavese sono ancora tutti riconoscibili: nella Casa in Collina si parla della Fontana (la Fontana dei Francesi? Ristorante ora chiuso e trasformato in condominio), l'Eremo dei Camaldolesi, Santa Margherita.
Mentre si sale alla Maddalena, attraverso il Parco della Rimembranza si scandiscono le pedalate con il nome sulla targa degli alberi, ad ognuno il nome e il cognome di un soldato caduto nella Grande Guerra.
Nella zona di Superga, il nostro grande e bellissimo meringone, alcuni vecchi ricordano ancora il rombo dell'aereo e lo schianto del Torino.
Da bambino con mio fratello risalivo i ruscelli (il mitico Rio di Via Lavazza) sognando di arrivare alla sorgente, un luogo magico e immaginario da dove tutto doveva avere un inizio, anche simbolicamente, correvo nei pochi prati superstiti alle ville e giocavo al piccolo speleologo in un pozzo sotterraneo (roba da folli, da lasciarci la pelle).
Ora ci gioco, come un vecchio bambino. Prendo i tempi con la bici da corsa sulle salite più dure: la Sassi-Superga, Strada Santa Brigida sono i miei piccoli Agnello o Stelvio. Scendo con gli amici dalle pietraie di Superga con la montain bike e mi perdo nei boschi. Mi alleno in salita di corsa.
E' un luogo intriso di magia e ricco di simboli personali.
Gli itinerari:
Sono troppi da elencare in un unico post. In futuro, tempo permettendo dedicherò a ogni itinerario una pagina.
Ce ne sono da affrontare in bici, in mtb, o con le scarpe. Si possono scegliere percorsi di qualsiasi lunghezza. Quello che in genere cambia poco è la fatica. La pendenza da Torino è infatti sempre notevole, da qualsiasi parte si voglia scavalcare la collina.
Dentera di Superga |
Il modo più facile per scavalcare la collina è in realtà quello del "disonore": ovvero caricare la bici sulla dentera di Sassi, abbioccarsi sul trenino e fare solo la discesa... non fa per me.
I sentieri (mtb o piedi) sono numerosissimi. Alcuni sono impraticabili per le biciclette, altri sono sconsigliati ai pedoni perchè percorsi in bici e soprattutto in discesa (esempio il sentiero 29, la mitica 600 o la stradina della chiesetta della Maddalena).
Sono tutti numerati e ricchi di segnalazioni. Alcuni sono preparati, con tanto di ponti di legno e parabole, altri si perdono in acquitrini melmosi dai quali diventa impossibile uscire. C'è solo da scegliere e una sola certezza: ci si perde sempre.
I parchi:
Angelo della Vittoria |
Il Parco della Rimembranza evoca la storia. Ti premia perchè alla fine della salita di aspetta un angelo, l'Angelo della Vittoria che per chi si è sudato la salita ha una valenza tutta personale. Dietro l'Angelo (e la tua Vittoria) e davanti un panorama mozzafiato su Torino e tutto l'arco alpino. Un dedalo di sentieri, panchine e alberi-soldato.
Parco della Rimembranza |
Nel parco la Panoramica (Strada dei Colli): una strada con il limite dei 30 km/h, con il divieto alle moto (imposto dopo una serie di incidenti mortali). Una strada che nel tempo si è trasformata in un enorme palestra a cielo aperto per ciclisti, podisti o chiunque voglia cimentarsi negli sport più assurdi. Da Pino a Superga, sulla cresta delle colline. Dalla "Pano" partono i sentieri più famosi: la "Cambogia", la "600", il sentiero degli alberi.
E poi altri: il Parco Europa di Cavoretto, Villa Genero, Parco Leopardi.
Insomma, questo è il mare di cui per il momento ci dobbiamo accontentare, in attesa che qualcosa cambi e le onde arrivino davvero.