2 giorni fa la mia seconda maratona, a Torino.
Sulla carta sono più allenato. Quest'anno ho battuto tutti i record sui soli giri. Ho nelle gambe circa 200 km in più e mi sento in forma. Obiettivo è battere il tempo dell'anno scorso 3°27'50''. Tutto farebbe pensare a una buona prestazione, a un nuovo personale. Tutta teoria perchè in mezzo ci sono più di 42 km.
L'anno scorso è stata la prima e qualsiasi tempo mi sarebbe andato bene. Quest'anno ho qualche aspettativa in più. La gara è verso me stesso, come sempre.
Sabato pomeriggio affronto il diluvio universale e mi metto nella ressa per ritirare pettorale e pacco gara. Si rifiutano di consegnare la mia busta, il numero 1008. Sopra c'è un bollino rosso. Azz. Mi spediscono nell'angolo dei cattivi, dai cronometristi.
Pare che la mia tessera FIDAL sia sospesa. Eppure dovrei essere a posto con tutto, certificati e iscrizioni... Telefono in palestra, ai Ronchi, dove mi spediscono sul cellulare una copia del certificato agonistico che rigiro sul cellulare dell'inflessibile ma gentile barbuto. Il barbuto mi stringe la mano e mi lascia iscrivere, come non agonista. Mi girano un po' le balle, ma sono contento comunque di avere risolto il problema. Quanto sono contento di avere uno smart phone... un tempo sarei dovuto tornare a casa, fotocopiare il pezzo di carta, tornare in centro, ammesso di trovare ancora gli stand aperti..
Sabato notte. Riposo (si fa per dire). Marta decide di dormire con noi nel lettone e scalcia come un puledro impazzito. Domani sarà il suo compleanno e non posso dirle di no. Sogno di essere a cavallo e di rischiare di essere disarcionato. Dormo sul bordo del letto, di comodo comodissimo legno.
Domenica mattina, ore 6.30. Ricca colazione: 2 compresse di Buscopan per prevenire le solite coliche, una tazza di cereali, pane e marmellata e thè amaro. Mi porto dietro una bottiglia di maltodestrine che berrò a piccoli sorsi fino a mezz'ora dalla partenza.
Prima colica e prima seduta.
8.20 mi spoglio in Piazza Castello. Lascio lo zaino al ritiro borse e mi metto addosso una vecchia felpa che sacrificherò alla partenza. E' l'unico modo che ho trovato per rinnovare il guardaroba e buttare ciò che non uso più senza troppi rimorsi.
8.30 foto al monumento equestre, in piazza Castello, con gli altri maratoneti di Torino Triathlon. Non conosco quasi nessuno di persona. Di alcuni di loro ho letto le mitiche gesta seguendo i profili su facebook. Tra loro Alberto Quarello un abituè del massacro domenicale: un collezionista di iron man o altri massacri sportivi. Altri che non riconosco. L'unico di cui ho una conoscenza non solo virtuale, Renato Ferraris, altro iron man, è altrove a preparare il figlio alla corsa dei piccoli.
8.50. Santo Buscopan non riesce ad arginare l'emozione e mi tocca una seconda seduta. Da signore però, al caffè S. Carlo.
grafico del cardio |
passate, infortuni. Chi consiglia e chi cerca conforto. Chi promette grandi imprese e chi mette le mani avanti dicendo di non essere in forma. Il discorso dell'organizzazione e poi la vetrina dell'assessore.
9.30 lo sparo. Si parte. L'ansia si dissolve. Sorrido. Ho voglia di correre. Tanta.
Il mio obiettivo è stare intorno alle 3 ore e 25 minuti.
Voglio accumulare quello che nei miei deliri di corsa chiamo "il mio tesoretto". Ovvero un margine di minuti da spendere dopo i 30, quando so che mi prenderà l'inevitabile crisi. Nel delirio del maratoneta il "tesoretto" si trasformerà km dopo km in un'entità spirituale alla quale comincerò poi a parlare, dal 32mo km in poi. Caro, il mio tesoretto...
Mi prefiggo di correre intorno ai 4.45 min/km. Mi faccio prendere dal flusso. Supero il pace maker delle 3 ore e 30.
Guardo il cardio: viaggio spesso intorno ai 4.30 min/km.
Sto bene.
Al decimo km passo con una media di 4.40. Vorrei bere la prima dose di zuccheri. Sfilo la bustina dalla tasca posteriore, strappo il tappo e la faccio cadere. Alimentazione in gara da riprogrammare. Non più una dose al 10 - 20 e 30 km ma solo ai 17 e 27 km. Pazienza.
Ho addosso la divisa di Torino Triathlon e ogni tanto, dal ciglio qualcuno mi incita "Forza Torino Triathlon!". Aiuta, davvero.
A Nichelino, come l'anno scorso, è festa. Bande musicali, gruppi di batteristi. Bello.
Sulla strada, durante tutto il percorso tanta gente. Dai balconi o sul ciglio. Tutti a farci il tifo. Rispetto all'anno scorso trovo meno automobilisti imbestialiti.
Dopo Nichelino aggancio un compagno di squadra. Lo affianco per un po', scambio due parole. Vado avanti. Ne prendo un'altro poco prima di Stupinigi, due parole anche con lui, poi rallenta e lo perdo.
Ai 21 km passo con una media di 4.39 min. Molto bene. Il "tesoretto" cresce e le gambe tengono. Un anno fa a questo punto stavo soffrendo, lo ricordo bene.
Da Stupinigi al Parco Ruffini patisco, ma non per le gambe e nemmeno per il cuore. Passo il mio tempo a superare per poi essere superato da un immondo essere calvo dalla divisa arancione, il Re della Flatulenza. Ogni 100 metri un'emissione di gas e per me qualche secondo di vertigine. Quale intruglio avrà mai ingerito? Avrà anche mal di pancia? Non ne posso più e forzo il passo. Lo devo seminare, il maledetto petomane. Nulla da fare, è sempre lì. Non mi molla.
Parco Ruffini. Mi giro rassegnato ma Sovrano dei Petomani è scomparso. Forse le coliche lo hanno piegato in due o forse si è dissolto in una nuvola di zolfo.
Al 30 km, passo con una media di 4.41 min/km.
Qui c'è Renato Beltrandi con un bel gruppo di ToTri. Fanno il tifo. Mi danno mezza berretta e scambiamo un cinque. Mancano poco più di 10 km. Mi chiamano per nome e mi danno coraggio.
La strada è ora in leggera discesa e la crisi ancora non arriva.
Alla Crocetta mollo un po'. Fatica. Attorno a me molti rallentano, alcuni camminano, qualcuno, ma non molti, mi supera. Temo mi possano venire i crampi, ma è solo una paranoia.
40 km, ultimi 10 km in 4.50 km/min. Ho mollato un po', come era prevedibile, ma molto meno dell'anno scorso e di quanto temevo.
Piazza Carlo Felice.
Inizio di Via Roma. La stanchezza scompare. Me ne frego di non far salire il cuore e vado. La FC sale a 190 bpm.
Le transenne. In Piazza San Carlo mi sento chiamare: Emiliano Tollemeto (compagno di allenamenti e grande corridore di montagna) mi saluta con la sua famiglia.
Via Roma, ultimi metri. A sinistra vedo Francesca e Marta, la mia piccola e la mia piccolissima. Mi commuovo... venirmi a prendere al traguardo è il regalo più bello che possano farmi.
Guardo avanti, la linea del traguardo vicina, il cronometro ufficiale: 3.19.11. Accelero. Ancora non ci credo, posso tragliare il traguardo sotto i 3.20!
Finisco intorno ai 3.19.39 (3.19.25 in tempo reale).
Sto bene, benissimo, anche di più.