TorinoLoris Facci |
Rubo questa storia a Loris Facci, medaglia di bronzo nei 200 metri rana nelle olimpiadi di Sidney, del 2007. Attualmente lavora come preparatore in piscina, presso i Ronchiverdi di Torino. Proprio in questa sede, in occasione della festa sociale di fine anno, ha raccontato la storia di Eric Moussambani, l'uomo più lento delle Olimpiadi.
Un aneddoto sicuramente divertente. La storia di un nuotatore lento, un olimpionico atipico, che con la propria goffaggine, paradossalmente, invece di sembrare ridicolo ha portato in alto i valori sportivi, l'essenza vera delle Olimpiadi.
Eric è un nuotatore della Guinea Equatoriale e, nel 2000 partecipa, come unico rappresentante della sua nazione alle Olimpiadi di Sydney, ovvero nei 100 metri stile libero.
Impara a nuotare nell'oceano, ben otto mesi prima delle olimpiadi. Può partecipare anche senza i requisiti
Eric Moussambani |
In batteria solo altri due concorrenti, subito squalificati per partenza falsa. Eric rispetta lo start e si tuffa.
Il tuffo è una clamorosa panciata.Nuota come potrei nuotare io, persino peggio di me (incredibile).
Baricentro basso, gambe larghe, testa fuori dall'acqua.
Finisce in 1.52.00 un tempone, ovvero un tempo enorme, pari al doppio di quello degli altri concorrenti. Nessun fischio dal pubblico che invece lo incita, come avrebbe incoraggiato un tentativo di record mondiale. Nuota non curante del cronometro, fregandosene della mondovisione.
Sarà immortale, su You Tube.
Negli anni successivi si allena riuscendo a portare il suo personale, sui 100 metri, intorno ai 57 secondi e finendo per allenare la nazionale di nuoto del proprio paese.
Diventa celebre e ricco, grazie a interviste e sponsorizzazioni.
Eric rappresenta la realizzazione del sogno impossibile. Il segno che la vita ti possa portare ovunque, a patto di trovarsi nel luogo giusto nel momento giusto.
E' ovvio che non vedrò mai le Olimpiadi, se non dal televisore.
Ho visto passare il tedoforo a Torino, ed è stata una grande emozione. Ho partecipato alla festa in strada durante le Olimpiadi e le mie gare amatoriali sono delle feste. Celebro così la voglia e la gioia di vivere e di sentirmi bene. In certi momento di endorfina e adrenalina trovo lo spazio per quel Dio in cui ho smesso di credere anni fa. Insomma, mi alleno e gareggio a scopo "spirituale", non certo perchè ambisca a partecipare alle Olimpiadi... però è bello sapere che qualcuno ci è arrivato ed è stato applaudito, quasi per caso.
Non ci sono sogni impossibili.