sabato 4 aprile 2015

Letture: Giorgio Mortara: malato di sport

Torino, 4 aprile 2015 - bici 698, corsa 331, nuoto 26 km

Si procede, in direzione della 70.3 di Candia. Tra una settimana l'agonia di Tuttadritta. Mi sto allenando in modo costante, senza troppi picchi. 
Sto facendo più km in bici ma, ahimè, un po' meno in piscina.



MALATO DI SPORT, Giorgio Mortara





Marco Olmo
Hanno lo stesso sguardo. Potrebbe essere scambiato per un velo di tristezza. Altre volte sembra guardino oltre, più lontano degli altri, o piuttosto che siano persi in chissà quale altra dimensione temporale. Forse sono solo stanchi o così rilassati dalle endorfine da sembrare assenti.

E' lo sguardo degli sportivi veri. Dove "vero" non è il campione o
Il Pirata
chi ha raggiunto la fama. "Vero" è chi ha adottato lo sport per vivere in modo diverso. Chi ha trovato un diverso punto di vista sulla propria esistenza.
Lo sguardo di Pantani, di Marco Olmo, di Walter Bonatti, ma anche di quello di tanti altri meno celebri ma altrettanto "malati di sport", come Giorgio Mortara.

Walter Bonatti

Giorgio Mortara è molto malato. Molto più di me e da molto più di tempo di me, fosse anche solo per una questione anagrafica. E' ben cosciente del suo stato e molto affezionato alla sua patologia.


E' stato contagiato attraverso la corsa, la madre di tutti gli sport. E' iniziata così, come un banale raffreddore, ed è poi sforciato tutto in una variopinta e complicatissima sindrome: maratona, triahlon, iron man, sci di fondo, winter triathlon, corse in montagna e molto altro.
Si è trasformato fino a identificarsi nella propria patologia, senza però mai perdere la lucidità e la consapevolezza del suo stato. E' rimasto capace di prendersi in giro, di fare autoironia senza rischiare di cadere nel ruolo dell'esaltato, dell'eroe.

Già prima di sapere di lui, nei primi mesi di iscrizione ai Ronchiverdi, mi chiedevo chi fosse questo strano signore, magro, sempre presente e conosciuto da tutti.
Chi fosse poi il Mortara che mi aveva dato 1 minuto e fischia nella classifica  di Tuttadritta, gara dove avevo fatto il mio tempo sui 10 km (41.40).
Solo in un secondo momento ho collegato nome e volto.


Giorgio Mortara
Nel suo libro "Malato di Sport", il primo, racconta della sua vita ovvero (sono in gran parte
sinonimi) della sua vita sportiva. Gli allenamenti, le gare. Tabelle, successi e delusioni.
Confessa gli stati d'animo, tanto simili a quelli che mi capita di vivere, prima e durante gli allenamenti o le manifestazioni agonistiche. Racconta anche di un infortunio grave, di quando è stato travolto da una bici mentre correva, poco lontano dai Ronchi. Un grave trauma cranico con la perdita di motilità e sensibilità degli arti inferiori. Un momento di grande panico... quanto di peggio possa temere uno sportivo. Nero assoluto. Poi però la ripresa, la rivincita e il ritorno alle gare. I mondiali con la divisa della Nazionale. Il passaggio da tedoforo attraverso il centro di Saluzzo.
Racconta della fratellanza che si ritrova nella fatica con i compagni e avversari di gara. I "Fratelli" di Ungaretti, fratelli minori, in periodo di pace.
Incontri durante le gare con personaggi e grandi campioni.

Chi poi fa sport come me non può che sentirsi subito coinvolto e convivere con l'autore adrenalina, avventura e vittorie. Nelle pagine sono poi sparsi luoghi e nomi a me noti. Nonostante mi senta assolutamente parziale mi sento però di consigliare a tutti questa lettura. E' un libro scritto bene, capace di divertire anche qualcuno meno sportivo e meno inserito nello sport torinese.

Oggi ho incontrato Giorgio in palestra e gli ho subito chiesto una copia del secondo libro "Ti allenerai mica anche oggi?". Ha cercato nella sua enorme macchina (adatta al trasporto di qualsiasi genere di attrezzatura sportiva) e me ne ha lasciata una copia.  Racconta delle risonanze che la sua vita da sportivo ha nel rapporto con i familiari e il resto del mondo... ma questo è un libro che ancora devo e che non vedo l'ora di leggere.

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