Embrun |
Ho passato una settimana in campeggio in mezza agli iron-man, anzi, per meglio dire, agli "embrunman".
7 giorni di sport, compreso il triathlon M (Olimpico) il giorno di ferragosto (altrochè grigliata!).
Con Francesca e Marta partiamo da Torino sabato mattina. Abbiamo appuntamento in campeggio con la famiglia di Renato e altri amici.
Nella Multipla non c'è più spazio nemmeno per uno stuzzicadenti. Tre valige normali, una per l'abbigliamento sportivo. La mia bici, quella di Marta e un'altra che non stava più nella macchina degli amici. Le mute. Due bustoni della spesa poi la pompa per le gomme, caschi, bastoncini per camminare... di tutto.
Affrontiamo il Monginevro con difficoltà. Dal metano passo alla benzina perchè la macchina, già lenta di suo, carica così sale solo in seconda.
Arriviamo al Lago di Serre Poncon in mattinata. Ci consegneranno il bungalow alle 16.
Abbiamo perciò tempo di sistemarci in spiaggia.
Provo la muta. Nuoto male. I miei occhialini sono in fondo alla valigia e prendo quelli di Francesca che imbarcano acqua. Non vedo nulla e mi sembra di non andare avanti. Mi viene l'ansia di non riuscire a nuotare, e di non potere stare dietro al gruppo durante la gara. Temo di arrivare in una zona cambio deserta, senza più bici.
Arriviamo in campeggio, il Club Nautique, per ultimi. Gli altri sono già sistemati. Renato è già in giro, in bicicletta.
Finito il trasloco ci accasciamo in un'altra spiaggia, sul lago di Embrun, separato da quello di Serre Poncon e dal fiume, la Durance, da una diga. Qui l'acqua è calmissima e sembra di essere in un enorme piscina. I miei occhialini sono perfetti e nuoto bene.
Incontriamo altri Torinesi. Mi presentano Gabriele. Corre per il CUS Torino e il 15 farà il lungo. E' arrivato primo degli Italiani a Kona. Solo dal fisico che ha si intuisce quanto è forte.Sono con lui le figlie e Sabrina, sua compagna e istruttrice di nuovo di Marta.
Siamo circondati da gente che nuota, corre o gira in bici.
In zona ci sono circa 1000 Embrunman e altri 400 che come me affronteranno l'Olimpico. Non ho mai visto tanta gente così in forma.
Domenica. Mi accompagnano tutti in paese a ritirare il pacco gara (una maglietta, il pettorale, il chip, un
Allestita la ZC |
Nel pomeriggio porto la bici in zona cambio.
Sono fiscalissimi e a causa del terrorismo controllano tutto quello che ho con me.
Torno al bungalow a piedi con una cassetta da riportare domani, per la gara, con il necessario per i cambi.
Nuoto un po'.
Gioco con i bimbi che sfrecciano nel campeggio con le loro biciclette. Si incrociano tra loro a folle velocità passando indenni (o quasi) a pochi centimetri l'uno dall'altro.
Preparo tutto: pettorale, chip, scarpe da corsa e da bici. Scelgo dei calzini morbidi, facili da mettere anche con i piedi bagnati.
Domani Renato si sveglierà alle 5.00 per vedere la partenza del lungo. Punto la sveglia alle 6.00, due ore e 30 prima della partenza.
Lunedì.
Colazione, vestizione e via, con la cassetta in mano, a piedi verso la zona cambio.
Nel lago sfilano come tonni gli ironman. Sono tantissimi. Cammino verso la zona dell'arrivo, in direzione opposta a loro.
Arrivato nella zona della partenza cerco un varco per raggiungere la ZC dell'Olimpico. E' un labirinto. Mi accodo a un Francese che come me, con la stessa mia cassetta, cerca di entrare. Dopo qualche tentativo troviamo la strada.
zona cambio |
Al cancello della ZC pare che il mio nome non sia nelle liste. Gli faccio vedere che indosso il pettorale, il casco con il numero, che ho con me la cuffia, il braccialetto, il chip e che dunque da qualche parte il mio nome deve comparire. Scrollo le spalle mentre il vegliardo francese manda sms in giro. Dopo 20 minuti qualcosa si muove e decidono che posso partecipare alla gara.. grazie.
Appena entrato mi fermano perchè il mio pettorale non è in regola con la federazione francese: è fissato in soli due punti. Mi regalano una spilla da balia e vengo così omologato.
Fila 31, pettorale 1495.
Eccola la mia bici: agganciata alle transenne dalla sella. Tutta storta in mezzo ad altre 399: tutte dritte.
Alla mia sinistra si prepara un Italiano, uno dei pochi. Chiaccheriamo un po'. Mi racconta di arrivare da Cuneo e di avere già affrontato questa gara in più occasioni. Mi consiglia di stare attento a non prendere scie perchè, dice, i giudici francesi sono molto fiscali. Ci auguriamo buona gara. Lo vedrò poi nelle classifiche, nei primi posti.
Indosso la muta e chiedo soccorso ad altri due Italiani perchè mi aiutino a chiuderla.
8.30, a piedi nudi sulla spiaggia.. il via. Nuoto.
Dalla spiaggia di corsa nel lago. L'acqua non è freddissima. In ogni caso è così alta l'adrenalina che in questo momento potrei entrare ovunque, con qualsiasi temperatura. Schivo cazzotti e calci. Qualcuno mi toglie gli occhialini. Mi fermo e li rimetto. Qualcuno mi arpiona i piedi e scalcio per liberarmi. Come tonni in una tonnara.
Cerco di tenermi nella bolgia, per sfruttare le scie e soprattutto per non uscire troppo di traiettoria. Tra calci e raddoppiare la distanza faccio la mia scelta: preferisco le botte.
Una boa. Un'altra. Cerco di tenermi in coda a un tale con la muta arancione fluo.
A differenza di tutte le mie altre gare precedenti riesco a tenere il gruppo e a superarne anche qualcuno. Mantengo la stessa velocità per tutta la gara (viaggio intorno ai 1.55 min/100 m).
Per evitare un altro incontro di lotta libera mi sposto a destra e perdo la rotta allungando di così il mio giro di qualche decina di metri.
Esco dall'acqua e correndo comincio a sfilare la muta.
All'entrata in ZC sento e vedo Renato. Fa il tifo e cerca di fotografarmi.
Recupero un po' di lucidità e riesco a cambiare senza fare stupidaggini (come mettere le scarpe prima di togliere la muta... già fatto). Corro con la bici verso l'uscita, verso la strada.
Si sale subito.
Cerco di procedere con il mio passo, senza esagerare perchè so che il dislivello è molto. Le gambe vanno ma la frequenza cardiaca è ancora alta, sopra ai 170/min. Devo ancora recuperare dal nuoto.
Il cuore scende fino a 165 e comincio a sentirmi meglio.
Tengo il passo di quelli vicini e ne passo qualcuno. Supero parecchie ragazze, partite 10 minuti prima di noi.
Il paesaggio è fantastico. A sinistra l'azzurro del lago e ovunque le montagne. Sul pettorale c'è il mio nome e quando passo mi incitano"allè, Lucà!). Mi aiutano e mi commuovono.
Ricordo i consigli di Sabrina e dopo una discesa, prima di un tratto con pendenza >10% ricordo di scalare sui pignoni più grandi. Molti non fanno a tempo a farlo e sono costretti a scendere dalla bici e spingere. Grazie del consiglio.
Poi la discesa, facile, veloce e soprattutto utile a recuperare energia.
Planiamo scendendo i 760 m di dislivello, tocco i 70 km orari.
Attraversiamo il ponte di Savine le Lac. La statale è aperta alla circolazione e c'è molto traffico. Così volente o meno non posso che sfruttare la scia delle macchine.
Procedo sullo stradone fino a Embrun. Si sale e scende. Mantengo la mia posizione.
A Embrun sento il tifo di Renato e degli altri. Mi confondo e sbaglio l'uscita di una rotonda. Recupero con un contromano, senza perdere troppo tempo.
Di nuovo in ZC.
Poso la bici, tolgo casco e guantini. Cambio le scarpe e via.
Ora la corsa, la parte in cui so di andare meglio.
Nei primi due chilometri faccio veramente fatica. Sento dolore al fianco destro. Spero che non aumenti. Penso di fermarmi e camminare un poi ma tengo duro. Riesco a correre intorno ai 4.45 min/km. Al giro di boa spero di vedere Francesca e Marta. Non ci sono perchè sono in anticipo sui tempi. Mi racconteranno di avermi aspettato lì a lungo, invano, dal momento che ero già passato.
Dal terzo km il dolore scompare. Va meglio.
I Francesi intonano cori. Tifano per tutti, anche per me. Ricambio alzando i pollici o dando il cinque ai bambini al lato del percorso.
Ora un tratto di salita. Rallento un po'.
Mancano 4 km, poi 3, due. Il penultimo chilometro è eterno. L'ultimo vola. Lo speaker annuncia il mio arrivo.Taglio il traguardo. Devo sedermi e bere. Al ristoro c'è di tutto: frutta, coca cola, sali minerali, acqua, pain d'epices, frutta secca.
Dopo qualche minuto recupero le forze sufficienti a strisciare in zona cambio e recuperare bici e cassetta.
Scoprirò di essere arrivato 183mo su 393 partenti. Per me, considerando anche il livello medio dei partecipanti e la difficoltà del percorso, non male. Come prevedevo la parte in cui sono andato meglio è stata la corsa, poi la bici e infine il nuoto.
Stanco ma soddisfatto, pian piano torno in campeggio, con la cassetta appoggiata al manubrio della bici.
Raggiungo famiglia e amici.
Gabriele, 27mo nel lungo |
Aspettiamo Gabriele.
Eccolo negli ultimi metri di corsa.
Grandissimo: 27mo assuluto!
Alle 23.00 sono sul molo, in campeggio. Sento lo speaker annunciare l'arrivo degli ultimi, in viaggio da 17 ore..
E' stata una grande giornata. Piena di movimento, famiglia ed amici.
In me cresce l'idea dell'ironman... per festeggiare i 45 anni?
La settimana ad Embrun proseguirà con molte altre ore di sport: camminata con i bimbi (6 ore!) il giorno dopo, martedì in bici fino all'Izoard, poi corse e nuoto.