L'olimpico di Embrun si avvicina. Mi preparo così per le salite.. In bici tutto bene, ho mollato un po' la corsa ma spero che valga ancora l'allenamento fatto nelle prime di luglio. Meno bene il nuoto.. il mio tallone d'Achille.
MONCENISIO-ISERAN-MONCENISIO, CRONACHE CICLISTICHE
29 luglio 2016
Tra due giorni programmato un giro alpino. Più di 3500 metri di dislivello: Susa - Moncenisio - Iseran - Moncenisio - Susa (Itinerario).
Guardo le previsioni del tempo: temporali nel pomeriggio. Una sorta di roulette russa.
Dovremmo essere in 4-5. Sicura l'adesione di Angelo e di Renato. Poi altri, amici loro o amici di amici che potrebbero esserci o meno.
Comincio nei preparativi: caricare la gopro, pensare a cosa indossare.
30 luglio 2016
Meteo poco promettente. Disdicono tutti tranne Angelo. Siamo rimasti in due.
Decido di portare lo zaino con indumenti più pesanti. A posteriori, una saggia decisione.
31 luglio 2016
Alle 4.00 del mattino mi sveglia un temporale. Marca male, mi dico.
Ore 6.00 sveglia. Apro le persiane. Non piove ma è nuvolo. L'asfalto è bagnato.
Alle 7.00 sono davanti al box di Angelo. Nonostante sia reduce da una settimana di vacanza dove ha mangiato l'impossibile (mozzarelle a chili), bevuto litri di Nero di Troia e praticamente non vada in bici da tre settimane non ho dubbi sulla sua tenuta. E' una roccia. Con il suo passo e con il suo ottimismo arriva sempre. Non molla mai. E' il compagno perfetto per queste avventure.
Carichiamo le bici sulla Multipla. All'altezza di Avigliana, ai piedi della Sacra, comincia a piovere. Decidiamo di arrivare comunque fino a Susa dove ha appena smesso di diluviare e si vede qualche varco azzurro tra le nuvole.
Si va.
Colle del Moncenisio, sotto le nuvole |
Si sale in modo costante, senza pendenze esagerate.
E' una salita che ho già affrontato altre volte.
Arriviamo alla "scala", una serie di tornanti, prima della diga.
Alla vecchia dogana francese diciamo "bonjour" a due soldati, in tenuta mimetica, con il mitra in mano. Ricambiano il saluto e ci fanno gli auguri per il nostro giro. Sono lì, completamente inutili , a rappresentare in modo più che altro simbolico la risposta al terrorismo.
Saliamo a lato della diga. Arrivati al falsopiano comincia a piovere. E' tutto grigio, anche il lago.
Ci mettiamo le mantelline e ci consultiamo. Andare o tornare? Il buonsenso mi direbbe di scendere verso l'Italia ma la voglia di arrivare al mitico cartello dell'Iseran è più forte.
Ottimisti o incoscienti, non so, decidiamo di scendere verso la Francia.
Arriviamo a Lanslebourg con il sole. Un bel paesino pieno di fiori. Meraviglioso. Riempiamo le borracce, togliamo qualche strato di vestiti e via.
Risaliamo la valle verso l'Iseran. Passiamo il Colle della Madelaine, e da 1500 ci portiamo intorno ai 1700 metri, altitudine che più o meno manterremo fino ai piedi del colle.
Ci superano decine di motociclisti, quasi tutti svizzeri. Concludiamo che tutti gli Svizzeri vanno in moto e, soprattutto, che vanno in moto fuori dalla Svizzera. C'è pochissimo traffico e quasi nessun ciclista.
A Bonneval sur l'Arc ci concediamo una coca-cola, seduti a un tavolino di un ristorante.
Passiamo la sbarra e cominciamo. Salgo con il mio passo. Ogni km un cartello, lasciato appositamente per i cicisti, segnala l'altitudine, quanti km alla vetta e il grado di pendenza del prossimo km.
La pendenza è costante, dal 7 all'8%. Molla solo per un km, grosso modo a metà.
Dopo qualche miunto perdo di vista Angelo ma non mi preoccupo perchè so che mi raggiungerà in cima, con il suo passo e senza mollare.
Di tanto in tanto mi fermo per fare qualche foto.
Sento fischiare le marmotte.
Mi attraversa la strada un caprone, ma non riesco a prendere in tempo la macchina fotografica per immortalarlo. Passo sotto una galleria di una cinquantina di metri. Attraverso qualche ponte di pietra.
Gli ultimi chilometri sembrano eterni.
Un muraglione di neve.
Ecco le bandiere della vetta. Un'ultima curva e il cartello del colle.
Iseran: 2770 metri: il colle più alto d'Europa, superato solo dalla Bonette (dove però hanno barato allungando la strada di qualche metro, sopra al colle vero e proprio, per poter avere il record).
Iseran Vetta |
Aspetto Angelo per qualche minuto. Arriva esausto ma entusiasta di essere arrivato.
Ci riscaldiamo nel ristorante del colle dove beviamo un tè caldo e mangiamo un'ottima (e carissima) fetta di torta di mirtilli.
Mettiamo addosso tutto quello che abbiamo. Monto la GoPro sul casco e via, sulla stessa strada dell'andata, questa volta però in discesa.
Planiamo verso valle. La strada è stretta ma facile. Non ci sono grosse curve e l'asfalto è buono.
Ripercorriamo la valle verso il Moncenisio. Si scende leggermente e riusciamo a tenere un buon passo... compatibilmente al "sovrasella", urlante.
Ai piedi del Moncenisio il sole decide di scomparire dietro a nuvoloni neri. Tuoni, lampi e pioggia scrosciante. Percorro la salita a testa bassa, in un fiume d'acqua. Si sale in modo costante, intorno all'8%. Il dislivello è di 600 metri, che dopo quanti ne abbiamo giù saliti non è poi poco.
Al colle mi cambio. Poi arriva Angelo, inesorabile.
Mi racconta fiero di avere rifiutato un passaggio da un camper.
Facciamo una nuova tappa in una bettola in cima al colle (questa volta due tazzone di caffè francese) e sotto la pioggia ripercorriamo la strada dell'altipiano a lato del lago.
In discesa smette di piovere ma ormai siamo bagnati. Non sento più i piedi e mi battono i denti.
Metro dopo metro la temperatura di alza.
Siamo a Susa dove ci cambiamo.
In macchina accendiamo il riscaldamento, ricominciamo a sentire i piedi e i denti un po' alla volta smettono di battere. Siamo soddisfatti alla grande, e anche il meteo, alla fine, è stato clemente.
Ora è tempo di programmare altri giri... Col della Bonette?
Il GIRO
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