lunedì 25 luglio 2016

Letture. Bestie da Vittoria.

Torino, 25/07/2016 - nuoto 69.7, bici 2076, corsa 723 km

Continuo i miei allenamenti in preparazione per il Triathlon Olimpico di Embrun, in Francia.
Mi sento bene. Sento di pedalare come non facevo da anni. Ritrovo sensazioni di altre epoche e mi sento più giovane. La corsa va bene e anche nel nuoto mi sembra di avere guadagnato qualcosa.
Mi diverto e questo è ciò che più conta.


Ho appena finito di leggere "Bestie da Vittoria" di Danilo Di Luca. Non da molto ho visto "The Program" il film dedicato alla storia di Armstrong. Due storie simili.
Che dire? Sarà tutto così come scrivono?
Si "cureranno" tutti, in modo indiscriminato per essere scoperti positivi all'antidoping quando conviene a sponsor o federazione?

Penso poi a Marco Pantani. Ucciso mediaticamente per un emocromo appena più alto del normale. Un errore che, come scrivi Di Luca, un ciclista professionista non avrebbe mai fatto. Nessuno"dopato", e sopratutto nessuno con 10 minuti dal secondo al Giro, sarebbe stato così stupido da portare l'emocromo oltre il limite consentito. Sarebbe stato un comportamento da kamikaze.

Conoscono i farmaci meglio di un farmacista. Sanno come farseli, quanto dosarli, e come non farsi trovare positivi (nella maggior parte dei casi).

Scrive che il doping fa comodo a tutti e che volendo si potrebbe eliminare. Basterebbe costringere e ditte farmaceutiche ad aggiungere dei traccianti nei farmaci, con un'emivita tanto lunga da rendere sicuramente positivi qualsiasi persona ne facesse uso.
Nessuno si potrebbe così più "curare" e tutto ripartirebbe da zero.

Pantani da dopato avrebbe "bastonato" tutti, se tutti si fossero dopati.
Pantani da non dopato avrebbe comunque bastonato tutti, se nessuno si fosse dopato.

Leggendo questo libro viene da pensare che certi demoni, come Armstrong, Di Luca, Riccò e altri siano in realtà finiti all'inferno per motivi di interesse e, fondamentalmente, di denaro.

Pantani per le scommesse, Di Luca perchè fuori da certi circuiti, Armstrong perchè scomodo.

Povero ciclismo, povero.

Chissà poi se un giorno il Denaro permetterà di allargare a tutti gli sport compreso il Calcio così miliardario e così intoccabile.

Leggetelo il libro di Di Luca.
E' la parabola malinconica di un ciclista e di un uomo. Da nessuno a eroe (quello della targa sul colle delle Finestre) per finire con debiti e una squalifica a vita.

Targa a Di Luca, Colle delle Finestre (Torino)


Nessun commento:

Posta un commento