giovedì 6 febbraio 2014

Il gene del campione

Torino, 7 febbraio 2014 - bici 147.8, corsa 108.8, nuoto 13.85 km


Tutti abbiamo un amico che (così dice lui) non si allena o si allena poco e inevitabilmente ci batte, qualsiasi sport si faccia.
Vero, vero, la gara è contro se stessi... ma brucia farsi superare!

Allora ci si chiede fino a che punto conti l'allenamento e fino a che punto la predisposizione individuale.


Allenamento o genetica? Il campione è nato per essere un campione (almeno potenzialmente) o chiunque potrebbe diventarlo? Marco Pantani era forte dei geni dati da mamma Tonina o grazie alle piadine, al pedalate in riva al mare e al suo carattere?

Già, per non parlare poi del legame tra razze e discipline sportive: runners neri, nuotatori bianchi. Un legame casuale, dettato dall'ambiente o dal DNA?

Un argomento delicato, anche da un punto di vista etico. Si è visto che il patrimonio genetico tra le diverse etnie è praticamente identico. Eppure è possibile che oltre ai tratti somatici e alla pigmentazione della pelle, qualche piccolo gene determini qualche differenza anche nelle prestazioni sportive.

Così in questi giorni mi sono attaccato al pc, mi sono collegato a pubmed e mi sono letto qualche articolo scientifico al riguardo.

Una totale confusione. Si trova di tutto e altro ancora. Mille conclusioni differenti, ipotesi e poche certezze.
E' un argomento troppo ampio, da pubblicare in un enorme libro o al limite in una tesi di laurea, non certo in un blog semi-serio. Sono argomenti che richiederebbero uno studio approfondito e non una lettura distratta.

Qualche spunto...

Mi pare di capire che le teorie viaggino tra due ipotisi estreme ed opposte: quelle del condizionamento ambientale (che giocherebbe un ruolo principale nel maturare un campione) e quella della genetica (dove preponderante sarebbe invece il corredo genomico).

A sostegno della teoria "genetica" ci sono sicuramente alcune considerazioni epidemiologiche. Per quanto riguarda il running è impossibile non notare la prevalenza di campioni di colore. Su 13 ori olimpici nei 100 metri ben 10 sono stati vinti da campioni afro-americani o dei caraibi. Per quanto riguarda invece la corsa sulle lunghe distanze è notoria la prevalenza di atleti keniani o etiopi.
Sembra poi che tra i Keniani esista una tribù, quella dei Kalenjin, che (oltre ad avere dato il nome all'abbigliamento podistico di Decathlon) da sola abbia vinto il 75% degli ori vinti dal Kenia. Il 44% degli runners kenioti internazioni è costitutito da una sotto-tribù dei velocissimi Kalenjin, detta degli (ultraveloci) Kipsigis. I Kipsigis rappresentano il 3% dei kenioti totali.
In altre parole, anche in Kenia, sembra che esista una minoranza, in grado di correre più veloce degli altri.
Al momento però sembra che nessun ricercatore sia riuscito a trovare, in questi "campioni di razza" dei marcatori genici correlati alla capacità di correre.

Al di là degli studi di laboratorio, poi, anche a livello epidemiologico bisogno valutare una serie infinita di altre variabili: la dieta, le abitudini, l'altitudine eccetera. Chissà, magari i velocissimi Kipsigis (che vivono in ogni caso in altura) sono abituati a nutrirsi con supernoccioline o criptonite e devono la loro velocità a questo e non al proprio genoma....

Insomma, la scienza per ora non ha dimostrato nulla.

Genetica o acquisita, esiste una predisposizione individuale a uno sport determinato. Quanto questa conti e quanto invece sia importante l'allenamento è difficile da stimare (qualcuno la valuta intorno al 25%, altri al 50%).
In ogni caso pare che sia preponderante il condizionamento (allenamento).

Personalmente spero che il "gene del campione" non venga mai scoperto, in modo da lasciar spazio al sogno.
Si tratterebbe di una sorta di "doping intrinseco" dove ci solo i predestinati avrebbero diritto al sogno di gareggiare e superare i limiti.

Mi piace pensare che tutti abbiano le stesse potenzialità e che stia alle proprie scelte svilupparle nel modo migliore.
Anche se è probabile che in realtà non tutti abbiano nel mazzo le stesse carte, il bello è proprio giocare senza saperlo.


Consiglio di leggere...
The genetic basis for elite running performance.
Tucker R, Santos-Concejero J, Collins M.
Br J Sports Med. 2013 Jun;47(9):545-9. doi: 10.1136/bjsports-2013-092408. Review.

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